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Atti del 1° Seminario Europeo "Falcon One" sulla Criminalità Organizzata Roma,
26 - 27 - 28 aprile 1995
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1. Questo documento si basa sui risultati delle analisi, ancora da rifinire e completare, compiute dagli analisti dell'EDU (EUROPOL DRUGS UNIT).
Il prodotto risente anche degli effetti di una importante limitazione decisa dagli accordi interministeriali del 2 giugno 1993, che hanno istituito l'EDU ed il Joint Action, adottato all'interno del cosiddetto "Terzo pilastro" del trattato che istituisce l'Unione Europea - ad opera dei Ministri della Giustizia e dell'Interno il 9 marzo 1995 - per cui gli analisti dell'EDU non sono autorizzati all'accesso a dati personali: in taluni casi ciò ha severamente limitato la possibilità di un'analisi più approfondita e dettagliata.
Particolare attenzione deve essere prestata al secondo, successivo punto.
Per spiegare la questione degli approvvigionamenti illegali di droga, è sempre più difficile limitarsi all'approccio basato sulla produzione delle diverse sostanze, sulle rotte comunemente usate dai trafficanti, sulle quantità di droga sequestrata, sul prezzo al mercato clandestino, sul numero di decessi collegati alla droga ecc..
Un tale approccio implica alcuni doverosi commenti:
- nessun fenomeno criminale è così transnazionale come il traffico illecito di droga;
- le sorgenti di produzione si sono ben diversificate nel corso degli ultimi anni;
- le droghe sintetiche sono divenute sempre più comuni sul mercato illecito;
- le rotte usate dai trafficanti si sono differenziate e confuse;
- sistemi sempre più sofisticati sono usati per nascondere la droga.
Sembra che i trafficanti di droga seguano l'antica massima di Mao Tze Tung: "Grande confusione sotto il cielo; la situazione è eccellente".
Al momento, bisogna prestare maggiore attenzione alle organizzazioni criminali e al loro ruolo nel traffico di stupefacenti.
Il crimine organizzato è un business multi - settoriale e i gruppi criminali investono i proventi, derivanti da precedenti attività criminali e non, in nuove iniziative più o meno lecite. Ciò mina l'efficacia delle iniziative legislative contro i gruppi criminali. E' importante avere un quadro generale delle attività del crimine organizzato in quanto focalizzarsi su un singolo aspetto inficerebbe la visione di insieme.
Ciò non significa ridurre l'importanza e il pericolo del traffico di droga al solo contesto criminale ed economico, ma occorre evidenziare che la droga non è l'unico business delle organizzazioni criminali, anche se il più redditizio.
Di contro, la consapevolezza della estrema serietà della situazione mondiale per quanto concerne la droga ha sollecitato la comunità internazionale ad assumere iniziative per una più concreta cooperazione - la cui attuazione era prima assai difficilmente immaginabile, mentre passo dopo passo ora è in via di applicazione, anche se con qualche esitazione - anche verso altre forme di crimine organizzato transnazionale.
Nell'ambito del tempo concesso e nel tentativo di non ripetere concetti facilmente deducibili dalle fonti aperte solitamente consultabili, gli aspetti seguenti saranno evidenziati in relazione agli argomenti che affronteremo.
Affronteremo l'argomento per tematiche, collegandole ai diversi paesi e studieremo alcune organizzazioni criminali, valutando la necessità di evitare di ripetere quanto detto dagli altri oratori in programma.

2. Cocaina
La Colombia rimane ancora il più grande paese del mondo per il traffico di cocaina, nonostante il predominio sia transitato dal violento cartello di Medellìn al cartello non violento di Cali, che è riuscito a mutare la sensibilità della società colombiana nei confronti della accettabilità delle droghe. Ora che il cartello di Cali ha ottenuto il controllo, il tentativo di sradicare il problema droga potrebbe essere intralciato qualora i proventi derivanti dal traffico di droga venissero considerati "accettabili", in virtù dei metodi non violenti attraverso i quali il denaro è guadagnato.
Comunque la corruzione è assai diffusa e l'infiltrazione di membri del cartello nei Servizi segreti ed in altre strutture amministrative è fra le principali cause di preoccupazione. Si è anche vociferato che il presidente eletto ed altri candidati abbiano ricevuto sostanziosi finanziamenti per le elezioni presidenziali proprio dal cartello di Cali.
Il crimine continua a crescere nel paese, in particolare a Cali, dove i trafficanti di droga di basso livello di un tempo non sono più sotto il controllo dei leaders del cartello di Cali. Un'eventuale rinuncia di questi leaders potrebbe indurre una più rapida perdita del controllo sui membri più giovani. Di contro, Medellìn potrebbe riprendersi dalle nebbie create dai leaders del cartello e tornare ad essere di nuovo il grande centro finanziario e industriale che era.
La Colombia è la maggiore fonte di produzione di cocaina, per quanto la gran parte dei materiali di base e della pasta di coca derivino dal Perù e dalla Bolivia: sebbene la pressione dell'esercito peruviano sta iniziando a forzare i cartelli a produrre la pasta di coca in proprio.
Trasformare la pasta in cocaina richiede tecniche dispendiose e di difficile esecuzione: pertanto tali procedimenti sono riservati ad organizzazioni selezionate. È noto che le Forze Armate Rivoluzionarie colombiane coltivano le foglie di coca ed hanno anche costruito le loro raffinerie "stornando" chimici dalle locali industrie. Questo passaggio ha visto i cartelli specializzarsi nel trasporto e nel commercio di cocaina, l'area più proficua nel business del traffico di droga. Molti laboratori sono stati distrutti recentemente, benché questo numero si sia ultimamente ridotto in misura considerevole, perché i trafficanti hanno spostato le loro attività più lontano nella giungla. Le autorità, che devono fronteggiare il problema della cocaina, si trovano oggi a dover tener testa anche ad un aumento della coltivazione del papavero da oppio.
I cartelli colombiani insediati a Medellìn ed a Cali costituiscono un grande pericolo per l'Europa Occidentale. L'abbandono del leader del cartello di Medellìn ha spostato il dominio da questo gruppo violento a quello più pacifico di Cali. Comunque la cocaina colombiana continua a dominare il mercato della droga dell'Europa occidentale, evidenziando come i problemi della Colombia non abbiano interessato il flusso di cocaina in Europa, confermato dai dati relativi al 1994.
Negli Stati Uniti, il cartello di Cali ha una struttura gerarchica ed è meglio organizzato di quello di Medellìn, che ha una struttura decisionale collegiale. Comunque entrambi sono ben organizzati e il controllo definitivo proviene dalla Colombia. Non ci sono ragioni che inducano a ritenere che un analogo controllo non esista anche in Europa. In effetti, l'Europa è oggi considerata un mercato unico e ben remunerativo, e le droghe entrano in ogni punto in cui possano essere distribuite in maniera controllata. Fonti dell'intelligence fanno ritenere che rappresentanti dei cartelli siano stati trovati ai principali punti di ingresso per controllare il trasporto via mare e facilitare la distribuzione.
Una volta completato questo primo trasporto, lo spostamento della cocaina attraverso l'Europa non presenta particolari problemi, avvalendosi di mezzi aerei, marittimi, stradali e postali, per diffondere la cocaina in tutta l'area dell'Unione europea. Ogni rappresentante che attiri l'attenzione delle forze di polizia o che compia errori viene rapidamente e facilmente rimpiazzato.
Colombiani, Italiani e Spagnoli sono i primi responsabili dell'importazione di cocaina in Europa e i collegamenti con i membri del cartello e con i gruppi del crimine organizzato sono stati stabiliti da lungo tempo, soprattutto con la mafia italiana. La Spagna continua a mantenere il predominio dell'importazione diretta in Europa, nonostante vi siano indicazioni di una significativa quantità di cocaina che transita in Italia e nei paesi del Sud europeo. L'intelligence segnala ora che i cartelli stanno stabilendo legami con i sindacati del crimine in Europa centrale col fine ultimo di rifornire di droga l'Europa orientale. La cocaina giunge via mare in Russia, Ucraina, Romania e Bulgaria, e la quota russa è trasportata su gomma o rotaia attraverso la Polonia e la Scandinavia. Le rotte bulgara e rumena sono le stesse di quelle dell'eroina. Le partite per l'Ucraina probabilmente transitano per la Polonia e per quote eccedenti in tutta la Germania.
Un fenomeno emergente è la produzione di eroina in Colombia, sotto il controllo del cartello di Cali, che ha avviato un traffico negli Stati Uniti in competizione diretta col prodotto proveniente dal Sud Est asiatico. L'eroina colombiana è spesso di qualità migliore e più economica di quella asiatica, e ciò costituisce probabilmente un incentivo per trafficanti e consumatori a cambiare "marca".
Potendo fruire dei canali di distribuzione della cocaina già consolidati, il cartello ha trovato agevole specializzarsi in questo nuovo settore e pertanto l'Europa deve essere consapevole del problema e, se necessario, prendere provvedimenti per contenere la diffusione di questo prodotto dalle Americhe.
Il Perù, cui spesso ci si riferisce come un "narco stato", è il maggiore produttore di coca nel mondo e possiede piantagioni sia legali sia illegali. La produzione di pasta di coca illegale è destinata principalmente ai cartelli colombiani per essere convertita in cocaina. La corruzione è diffusa, in quanto buona parte dell'esercito ha tratto vantaggi dal fatto di ricevere grosse somme di denaro dai trafficanti garantendo loro "libertà" di movimento per la droga all'interno del paese.Il maggior sequestro, di oltre tre tonnellate di cocaina cloridrato nel Nord del Perù, ha evidenziato un'altra tendenza emergente. Una famiglia criminale che in precedenza riforniva di pasta di coca il cartello di Medellìn ha iniziato ad organizzare in proprio una rete di distribuzione, in contatto con gruppi criminali messicani. Il punto più interessante è il presunto coinvolgimento della Yakuza Giapponese, aspetto, questo, da tenere accuratamente sotto controllo.

Tuttavia a causa della pressoché totale corruzione delle infrastrutture, la risoluzione del problema peruviano è praticamente impossibile.
La Bolivia è il secondo produttore di pasta di coca nel mondo e, come il Perù, ha piantagioni sia legali sia illegali. Ancora una volta, il prodotto illegale è destinato alla Colombia ed al Brasile per la trasformazione in cocaina.
Il Brasile si è fatto notare come la maggiore area di transito per la cocaina, essendo stati intercettati molti trafficanti mentre lasciavano l'aeroporto di San Paolo. Sia la pasta di cocaina, sia la cocaina raffinata sono di provenienza boliviana, ma anche colombiana. L'uso di droghe in Brasile è in aumento e con esso vi è anche un aumento del livello criminale. La cocaina non è mai stata così a buon mercato e ciò ovviamente collide con quanti vogliono commerciare la droga in Europa.
Fonti di intelligence ipotizzano che la cocaina brasiliana giunga dapprima nelle colonie portoghesi dell'Africa attraverso imbarcazioni per raggiungere in seguito l'Europa centrale ed occidentale.
Si è a lungo sostenuto che l'area caraibica rappresenti un paradiso per i gruppi criminali organizzati, che se ne avvalgono come centro per il riciclaggio del denaro e come area di transito per la droga.
La configurazione geografica caraibica ed i molteplici punti di ingresso e di uscita offrono una serie di rotte possibili ai narcotrafficanti. Collegamenti aerei e navali con l'Europa e l'America Latina, in special modo col Venezuela, offrono opportunità di trasporti navali clandestini ma i Caraibi, incluse le Antille olandesi, sono ben più importanti per le possibilità di riciclaggio del denaro. L'olandese St. Maarten è stata negli ultimi anni intensivamente utilizzata per il trasporto della droga. Oltre a ciò, i criminali hanno preso in considerazione St. Maarten per le opportunità di riciclaggio di denaro tramite i casinò ed altre iniziative.

3. Eroina
Si sta sviluppando in alcune aree del Sud Est asiatico, soprattutto in Cambogia, Myanmar e Corea del Nord, ma il suo impatto sull'Unione Europea è difficile da accertare dettagliatamente.
La Tailandia è considerata un paese importante per la produzione ed il transito della droga diretta in Europa.
Considerando l'area della Mezzaluna dorata, l'Afghanistan è uno dei maggiori produttori di oppio illegale nel mondo e la fonte principale di resina di cannabis che è spedita in Pakistan per essere in seguito esportata in Europa. La produzione di oppio nel 1994 ammontava a circa 3200 tonnellate. Il fatturato della produzione oppiacea del paese ammonta a circa 220 milioni di dollari americani l'anno. Presso i confini con il Pakistan, una zona tribale di difficile controllo, si ritiene vi siano circa 100 raffinerie dove l'oppio è convertito in eroina.
Come l'Afghanistan, il Pakistan è anch'esso produttore di cannabis, con piantagioni concentrate soprattutto nelle province di confine del nord ovest. Grandi quantità di cannabis destinate all'Europa sono trasportate attraverso i porti marittimi in Africa. La produzione oppiacea del Pakistan è stimata in circa 140 - 180 tonnellate l'anno. La produzione di hashish è di circa 500 tonnellate l'anno. L'eroina e la cannabis costituiscono il 5% del prodotto interno del Pakistan. Poiché le zone di produzione della droga sono concentrate in aree inaccessibili e vicine agli insediamenti di tribù autonome e poiché i trafficanti sono solitamente ben armati, le autorità nazionali hanno incontrato serie difficoltà nella lotta al narcotraffico. Comunque il Pakistan sta cercando di mostrarsi, nei confronti delle critiche occidentali, più impegnato nella lotta al problema. Nel gennaio 1995, le autorità hanno "congelato" beni per un valore di 70 milioni di dollari, in possesso di sette presunti baroni della droga ed hanno fatto irruzione nelle regioni tribali del Khyber, presso l'accidentato confine afghano. Questa operazione ha fruttato 428 Kg. di eroina e 165 tonnellate di hashish.

4. Cannabis
Il Marocco è il primo fra i produttori ed esportatori mondiali di cannabis, le cui piantagioni sono concentrate soprattutto nella catena montuosa del Rif.
La produzione di hashish è stimata sulle 3.000-5.000 tonnellate l'anno, gran parte delle quali viene spedita via nave attraverso le rotte del Mediterraneo. Comunque, fonti di intelligence asseriscono che i paesi africani occidentali, come il Senegal e la Costa d'avorio, vengono usati come punti di transito per il trasporto navale dell'hashish dal Marocco, con destinazione finale l'Europa. Recentemente il Marocco ha iniziato a consumare e trafficare in eroina e cocaina, così come in anfetamine e barbiturici.
Nel 1994, 45 dei 102 sequestri di cannabis registrati nel Rapporto Settimanale sull'Intelligence dell'INTERPOL, dove veniva indicato il paese di provenienza, venivano direttamente ascritti al Marocco.
L'Algeria è nota come un paese di transito per l'hashish marocchino destinato all'Europa, ma produce anche piccole quantità di cannabis in proprio.
Si ritiene che i fondamentalisti islamici siano attivamente coinvolti nella distribuzione della droga, per procacciare fondi per creare problemi in Francia, benché vi siano anche legami con il Regno Unito e la Germania. Il recente calo dei sequestri di hashish potrebbe essere un risultato della maggiore sofisticatezza delle reti di distribuzione della droga, di cui hanno presumibilmente assunto il comando questi gruppi.
La Nigeria è il più grande paese dell'Africa occidentale e potenzialmente il più ricco, ma problemi collegati al crimine, alla corruzione diffusa, all'instabilità politica ed alle tensioni etniche hanno fomentato il sorgere di gruppi criminali. Benché il potenziale di ricchezza sia presente, non può tuttavia essere sfruttato appieno.
Di contro, non vi è alcun particolare sistema di sicurezza sociale per i poveri, così essi debbono fronteggiare una vita di stenti, il che innesca la tentazione di dedicarsi al crimine semplicemente per sopravvivere.
Spesso è uno stile di vita sviluppatosi in età precoce e per alcuni queste condizioni si sono diffuse all'estero, in quanto l'emergente crimine organizzato nigeriano, di stanza in Europa, ha stretti contatti con la madrepatria.
Il Ghana ha legami molto stretti con la Nigeria e molti gruppi criminali nigeriani sono strettamente legati a quelli del Ghana. L'eroina proveniente sia dal Sud Est sia dal Sud Ovest dell'Asia è inviata con carichi nascosti in Ghana per essere spedita via nave nell'Europa Unita, una tendenza riscontrata anche in Nigeria.
Fonti di intelligence indicano che i criminali nigeriani continuano a costituire una minaccia per l'Unione Europea e i loro gruppi si stanno via via facendo sempre più sofisticati nell'approccio al crimine organizzato. Ben attivi dal punto di vista criminale nel loro paese d'origine, i criminali nigeriani si sono ora insediati nelle principali città d'Europa. Spinti dalla bramosia di guadagnare quanto più denaro possibile in tempi brevi, si sono attivati in ogni area commerciale per soddisfare le loro necessità.
Benché non si limitino ad una particolare attività criminale, sono particolarmente noti per le loro imprese in materia di traffico di droga e di truffe, avvalendosi di metodi fraudolenti per investire i proventi della droga. Negli anni '80 gran parte dei trafficanti di droga che trasportavano eroina arrestati agli aeroporti erano nigeriani. Comunque, negli ultimi anni questa tendenza si è spostata verso il traffico di cocaina. Fonti di intelligence indicano che i criminali nigeriani hanno cambiato il traffico di eroina in quello di cocaina sia in Sud America sia negli USA, rivolgendosi all'Europa per i più vantaggiosi profitti. I gruppi nigeriani acquistano l'eroina nel sud est asiatico, e l'intelligence indica che essi hanno stabilito contatti con i "signori della guerra" nel Burma. La cancellazione dei voli diretti dalla Nigeria all'aeroporto americano JFK nel 1993 ha dirottato le attività di traffico di eroina dei nigeriani, che hanno dovuto trovare così altre vie di accesso agli USA. I corrieri controllati dai nigeriani hanno inoltre iniziato ad avvalersi dell'Europa e delle rotte dell'Africa occidentale per l'ingresso in Canada. Comunque, dall'ottobre 1994 le linee aeree del Ghana hanno compiuto scali all'aeroporto JFK, riaprendo la rotta diretta, e consentendo ai corrieri dei nigeriani di sfruttare il mercato americano.
Non è chiaro come fossero organizzati nel traffico di droga durante gli anni '80, ma i recenti sviluppi ne evidenziano la grande abilità nell'identificare i mercati più proficui e nello sfruttarne la potenzialità. Ciò indica una ben organizzata struttura criminale, in grado di ricevere in tempo utile ogni informazione sulla fluttuazione dei mercati della droga. La prontezza deriva dall'aver organizzato degli incontri diffusi, dove i coordinatori dei gruppi criminali nigeriani provenienti da tutta Europa si scambiano le idee. Forti delle reciproche competenze su tutti gli aspetti del crimine, i coordinatori possono facilmente adattarsi a rispondere ad ogni mutazione relativa ad aree di potenziale interesse. I criminali presenti a questi meeting sono spesso legati fra loro da legami di clan o di parentela e pertanto un'infiltrazione fra essi è molto difficile; mentre, di contro, si ritiene che i criminali siano in grado di infiltrarsi o si siano già infiltrati in ogni organizzazione che venga ritenuta utile per la diffusione della droga. Questa minaccia è peraltro più preoccupante di quella derivante dal crimine stesso, in quanto ogni iniziativa di legge contro questi gruppi abortisce sul nascere.
L'efficiente individuazione degli obiettivi, compiuta dai nigeriani coinvolti nel traffico ha incentivato il fenomeno del reclutamento di soggetti di altre nazionalità, in particolare sud africani o ungheresi e dell'uso di passaporti sud africani o altri ancora per aggirare le indagini sul traffico di droga in Europa. Ciò si collega all'abitudine di avvalersi di due corrieri, uno dei quali viaggia verso il paese di origine ed incontra il secondo che trasporta la droga fino alla destinazione finale.
I legami con gli ungheresi confermano i recenti dati di intelligence secondo i quali i nigeriani hanno collegamenti nell'Europa centrale soprattutto attraverso universitari che studiano presso le università del centro Europa. Una preoccupante tendenza è l'elevato numero dei criminali nigeriani che parlano russo e risiedono nella zona di Londra coinvolti in ogni forma di crimine. Questo legame con la Russia è inoltre stato evidenziato in alcuni rapporti di intelligence che indicano che i nigeriani trafficano cocaina fra l'America Latina e l'Africa via Mosca.
Il Medio Oriente è un'area molto sensibile anche per la produzione ed il traffico di droga. In particolare, in Libano dove nel 1993 la zona di coltivazione della cannabis si estendeva per 1.500 - 2.000 ettari. I proventi della produzione di cannabis e di oppio e del traffico di eroina e di hashish sono nell'ordine di 500 milioni di dollari americani, la quota più grande dei quali va ai distributori ed ai loro protettori, fra i quali si ritiene siano anche esponenti del Parlamento e "personalità politiche". Nella valle del Bekaa e a Beirut i laboratori lavorano l'eroina e la cocaina cloridrato.

5. Guardando più approfonditamente alla situazione europea, dobbiamo evidenziare che circa il 70-80% di tutta l'eroina destinata all'Europa occidentale è trasportata tramite la rotta balcanica. Circa il 10% del traffico di eroina via Balcani dal Sud est asiatico all'Europa, sia occidentale sia orientale, transita ora attraverso l'Asia centrale e vi sono probabilità di incremento. Le aree asiatiche dell'ex Unione Sovietica hanno la possibilità di compiere grandi raccolti di cannabis e di papavero da oppio. Con un gran numero di chimici ben addestrati e privi di lavoro legale, con l'accesso a laboratori ben equipaggiati, i nuovi stati dell'Europa centrale ed orientale potrebbero divenire una zona leader nella produzione di droghe sintetiche. I gruppi del crimine organizzato di tutta Europa hanno stabilito alleanze per incrementare le loro attività, soprattutto nel traffico illecito di stupefacenti.
Nei termini dell'impatto sull'Unione europea dei problemi criminali, la Romania sta divenendo una zona di transito per la cocaina che entra nell'Europa orientale, tendenza evidenziata sin dal 1993. In particolare le organizzazioni del racket russo e, in misura minore, i gruppi ucraini, sono attivi nelle principali città, impegnandosi sia in rapine di alto livello sia in forme più insidiose di estorsione organizzata. La Romania ha in assoluto la più alta percentuale di membri della Triade cinese, che si differenziano significativamente dai loro omologhi inglesi, in quanto sono originari della Cina continentale, con cui mantengono legami e collaborano nel traffico di droga per rafforzare l'attività internazionale ed assicurarsi il monopolio delle imprese criminali.
La Bulgaria è uno stato dalla politica incerta, come altri paesi dell'Europa centrale ed orientale. Le autorità preposte all'ordine hanno giustamente identificato l'emergenza dei gruppi criminali organizzati locali, che si stanno espandendo su basi regionali nell'ambito della Bulgaria, dove si registra anche un'intensificazione dell'ondata criminale bulgara nelle grandi città. Il suo attuale e futuro impatto sull'Unione Europea deve collegarsi al suo essere una via di transito per il traffico di eroina, in particolare ad opera dei gruppi turchi, molti dei quali mantengono stretti legami con la madrepatria e dove a lungo termine trasferiscono su larga scala i profitti illeciti.
I criminali turchi si sono stabiliti in Europa e costituiscono il maggior pericolo per l'Unione europea. Il loro coinvolgimento nel traffico di droga, in particolare di eroina, è ben noto ed è stimato che l'85% dell'eroina che giunge in Europa provenga dalla Turchia, derivando dall'area della mezzaluna dorata (fra Afghanistan, Iran e Pakistan). La droga viene raffinata in Turchia e poi trasportata nell'Europa occidentale attraverso varie rotte, inclusa quella balcanica, spesso venendo consegnata alle comunità turche presenti nelle maggiori città, da dove ha il via la distribuzione più ampia.
I gruppi turchi sono estremamente ben organizzati e per la gran parte dei casi controllati da famiglie, sia nelle città, sia nei paesi per avere un miglior controllo dei proventi. Le famiglie criminali turche collaborano fra loro così come con quelle di altre nazionalità, quali italiani, albanesi ed ex iugoslavi, ed hanno stabilito negli anni un sistema controllato ed efficace. Nonostante molti membri delle famiglie siano stati identificati ed arrestati, e compiuti molti sequestri, la tradizione continua a svilupparsi portando alla conclusione che ciò abbia comportato ben pochi danni alle famiglie, che sono in grado di far fronte sia a grandi sia a piccoli scacchi. Usando i loro mezzi, riescono a penetrare in ogni area dell'Europa.Le modalità di trasporto si sono modificate nel corso degli ultimi anni, soprattutto perché alcune tecniche sono divenute ben note alle forze di polizia soprattutto in virtù dei proficui scambi di informazioni, relativi alla rotta balcanica, fra i diversi organismi. Il preminente uso di TIR con autisti turchi è oggi significativamente diminuito e il reclutamento di europei di altre nazionalità cui è affidata la guida di furgoni o di auto private è divenuto preminente.
Recenti sequestri di eroina in Francia indicano che gli albanesi del Kossovo acquistano droga da trafficanti turchi per poi cambiarla con armi, possibilmente in Italia.

6. Guardando da vicino la situazione dei paesi dell'Unione Europea, in generale il mercato illecito della droga in questi stati mostra un incremento nel volume di droghe trafficate da un crescente numero di gruppi e di soggetti coinvolti nelle attività criminali, che si avvalgono di rotte e di metodi che cambiano in continuazione per adattarsi alle diverse circostanze. I sequestri di eroina hanno raggiunto una vetta di 5.859 Kg., nel 1991, prima dell'indietreggiamento ai valori del 1990 nel 1993, quando ne furono sequestrati 4.757 Kg. Il totale della cocaina sequestrata nel 1990 è stato più del doppio di quello del 1989 ed ha mantenuto questo elevato livello, raggiungendo nel 1993 il livello di 16.305 Kg. Il sequestro di cannabis mostra un consolidato aumento dai 273.815 Kg. del 1988 ai 572.536 del 1993. Le sostanze psicotrope come MDA, MDEA, MDMA e le anfetamine hanno un ruolo considerevole nella manifattura e produzione illecita della droga, in parte come risultato dell'aumento della popolarità dei droga-parties. L'Olanda è considerata fra i principali paesi europei esportatori di farmaci stimolanti sintetici verso i paesi del Nord e del Regno Unito, benché laboratori siano stati scoperti anche in altri paesi. Francia e Germania sono considerati importanti paesi di transito. Tutte le droghe illegali mostrano un deciso miglioramento del grado di purezza ed anche una riduzione del prezzo.
I Paesi Bassi sono considerati come il paese principale per la produzione da coltivazione idroponica di cannabis, che ha un contenuto di THC più elevato rispetto alle aree tradizionali di produzione. Comunque le ultime informazioni indicano che il prodotto olandese è coltivato in quantità crescenti nel Regno Unito, in Belgio e Germania. Ci si aspetta che la sua produzione illecita in questi paesi aumenterà, a causa dell'alta qualità del prodotto, che può essere coltivato e immagazzinato con rischi limitati. Il costante processo di sviluppo e di raffinazione delle tecniche di coltivazione domestica è servito esclusivamente ad aumentare il problema. Produzioni su scala ridotta sono state scoperte in Spagna, Francia, Irlanda e Portogallo. Fonti di intelligence hanno sottolineato che criminali scandinavi hanno visitato i laboratori idroponici olandesi per apprendere le tecniche per costruirli in proprio.

7. Se questi sono gli sviluppi del traffico di droga, sarà possibile prevedere lo scenario futuro? Col maggior coinvolgimento europeista dei paesi dell'Europa centrale e dell'est, si sono aperte nuove aree di intervento per i gruppi criminali organizzati, sia orientali che occidentali, per il traffico di droga nell'Unione Europea. Si prevede che sia i paesi dell'Europa centrale e dell'est, sia quelli dell'Asia centrale, avranno un ruolo crescente nella produzione e nel traffico di droghe sintetiche illegali. La Polonia è già un grande produttore di anfetamine. I paesi dell'ex Unione Sovietica possiedono avanzate industrie chimiche e un'ampia disponibilità di materie prime che costituiscono terreno fertile per l'installazione di laboratori illegali per applicare metodi chimici alla produzione di droghe narcotiche. Ci si aspetta che all'interno degli stati membri dell'Unione Europea ci sarà un incremento della produzione di droghe sintetiche e di droghe a coltura idroponica, che saranno consumate sia all'interno che all'esterno dell'Unione Europea.
In conclusione, i futuri sviluppi non saranno favorevoli se non si terranno presenti i seguenti fattori:
- i differenti ordinamenti giuridici nazionali in relazione all'abuso di droga, che affievoliscono l'efficacia della lotta contro la droga;
- la corruzione dilagante non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli più sviluppati, che affligge tutti gli strati sociali, compresi coloro che fanno parte delle fasce più mal pagate delle Forze dell'Ordine;
- la politica ambigua di alcuni paesi produttori, che usano la cooperazione antidroga per ricattare quei paesi che ne sono i maggiori consumatori;
- la mancanza di coscienza pubblica sui problemi della droga, spesso fomentata dalle campagne disinformative di coloro che sostengono la liberalizzazione della droga;
- un coordinamento internazionale inadeguato e poco efficiente della lotta contro i trafficanti di droga;
- la mancanza di una reale cultura di cooperazione internazionale nel campo dell'intelligence.

La versione integrale del n. 4/2011 sarà disponibile online nel mese di maggio 2012.